Scade il 21 marzo 2016 il termine per le aziende che vogliono richiedere l’autorizzazione per continuare a utilizzare il triossido di Cromo, che dal 21 settembre 2017 verrà messo al bando in tutta l’Unione europea per la sua pericolosità.
Il triossido di Cromo (CrO3) è un composto del Cromo molto impiegato nella galvanica per le cromature. Per il suo elevato livello di ossidazione (+6), però, è molto tossico, cancerogeno e corrosivo.
Il triossido di cromo per la cromatura lucida
Questa sostanza è coinvolta sia nella cromatura lucida, dove lo spessore del rivestimento è inferiore ai 2 micron, sia nella cromatura dura, dove lo spessore è maggiore di 2 micron. In entrambi i casi un rivestimento di cromo metallo viene depositato sulla superficie di un altro metallo tramite un processo elettrolitico. I rivestimenti in cromo metallo sono caratterizzati da elevata durezza, resistenza e lucentezza, e il processo per ottenerli è piuttosto economico. Gli oggetti che vengono cromati non sono pericolosi perché il triossido di Cloro si sviluppa soltanto durante il processo di produzione. Purtroppo, però, non c’è modo di realizzare cromature dure se non attraverso il processo che genera triossido di Cromo, mentre nelle cromature lucide questo può essere sostituito dal cromo trivalente.
L’autorizzazione sarà necessaria non soltanto per il triossido di Cromo: l’ECHA (Forum for Exchange of Information on Enforcement) ha segnalato ben 13 sostanze che si potranno usare soltanto con un permesso. Tra queste ci sono il Dicromato di Sodio, il Dicromato di Potassio, il Carbonato di Cobalto e il Diacetato di Cobalto.
(Fonte: Trattamenti e finiture)
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