Negli impianti industriali gli scambiatori di calore sono componenti essenziali per la termoregolazione, ovvero per il controllo delle temperature all’interno del ciclo produttivo; servono inoltre per il raffreddamento dei fumi rilasciati in atmosfera e per il recupero termico.
Gli scambiatori funzionano trasferendo energia termica tra due fluidi a temperature diverse; possono essere di diverse tipologie e si classificano in base a compattezza, profilo termico, tipologia di processo e modalità di contatto tra le correnti. La modalità di contatto tra le correnti più utilizzata è quella a superficie, nella quale i fluidi assorbono calore attraverso la superficie dalla quale sono separati.
Le differenze tra scambiatori a fascio tubiero e scambiatori a piastre
Proprio a questa tipologia appartengono le due tipologie più comuni: lo scambiatore a fascio tubiero e lo scambiatore a piastra. Nello scambiatore a fascio tubiero (Fig. 1) uno dei due fluidi passa entro un fascio di tubi mentre l’altro nel volume libero tra i tubi e il mantello (o involucro). Appositi setti verticali (o diaframmi) costringono il fluido che scorre all’interno del mantello ad assumere un moto sinuoso che potenzia lo scambio termico di tipo convettivo.
Figura 1: schema di uno scambiatore a fascio tubiero
Lo scambiatore di calore a piastre (Fig. 2) è, invece, costituito da un gruppo di piastre metalliche corrugate per aumentare la resistenza delle piastre e lo scambio convettivo.
Le piastre sono dotate di fori per il passaggio dei due fluidi tra i quali avviene il trasferimento di calore.
Ogni piastra del scambiatore è a contatto da un lato con il fluido caldo e dall’altro lato con il fluido freddo, in maniera alternata; una guarnizione garantisce la tenuta dei canali tra le piastre e permette di distribuire i fluidi all’interno dei canali tra le piastre, alternativamente.
Figura 2: schema di uno scambiatore a piastre
Come scegliere lo scambiatore giusto: Scambiatori a fascio tubiero o scambiatori a piastra?
Quale dei due scambiatori, in conclusione, è il più adatto alle vostre esigenze?
La risposta è: dipende!
Per esempio i principali punti di forza dello scambiatore a piastre sono l’ingombro ridotto, l’elevato coefficiente di scambio termico, la possibilità di lavorare con ΔT tra i fluidi minori di un 1°C e la flessibilità, data dalla possibilità di aggiungere facilmente nuove piastre. Dall’altra parte la presenza di guarnizioni limita, solitamente, il campo di impiego a pressioni minori di 25 bar e a temperature inferiori a 250°C; esiste inoltre un limite tecnico sulle dimensioni raggiungibili dalle piastre. Infine, l’elevata turbolenza provoca un alto tasso di erosione delle superfici del scambiatore a piastra.
Lo scambiatore a fascio a tubiero, invece, ha dimensioni importanti, è molto robusto e la sua forma lo rende adatto ad applicazioni in pressione. Per le sue caratteristiche può avere superfici di scambio variabili tra 0,1 m^2 a 100000 m^2 e può lavorare sia in condizioni di vuoto spinto sia oltre i 1000 bar, con temperature che possono variare dalla criogenia (sotto i -150°) fino ad arrivare ai 1400 K.
In questo ambito, SGL Group si posiziona ai vertici dell’innovazione e della ricerca con i suoi scambiatori realizzati con materiali innovativi come la grafite e il carburo di silicio. SGL Group è attivo da più di 50 anni nella produzione scambiatori di calore a fascio tubiero e a piastra per applicazioni corrosive.
Gli scambiatori a grafite, disponibili a guscio, a blocco, in versione scambiatori a piastra e in versione scambiatore a fascio tubiero, garantiscono elevatissima resistenza alla corrosione, alta conduttività termica, flessibilità e facilità di manutenzione.
Gli scambiatori in carburo di silicio, utilizzati soprattutto nell’industria chimica e farmaceutica, per la loro elevata resistenza sono compatibili con l’utilizzo di sostanze abrasive e corrosive, hanno dimensioni ridotte, sono resistenti agli shock termici e alle alte pressioni. Inoltre sono drenanti, facili da pulire e durano a lungo, garantendo un elevato risparmio economico.
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