Ci sono odori, sapori, suoni e immagini tipici del Natale; li possiamo indagare con l’aiuto della chimica.
L’albero addobbato di luci e decorazioni è simbolo del Natale, e il suo profumo ci porta immediatamente in clima natalizio.
Il profumo dell’abete è in effetti molto caratteristico: nella resina delle conifere ci sono idrocarburi terpenici, in particolare monoterpeni composti da due blocchi di isoprene. Si tratta di un derivato della trementina, che non a caso ha un odore che ricorda un po’ quello dei pini. L’olio di pino contiene due monoterpeni, l’α-pinene e il β-pinene, che sono entrambi liquidi a temperatura ambiente. Il profumo del Natale va ricondotto a queste due sostanze a all’acetato di bornile (C12 H20 O2).
Se il profumo del Natale è quello dell’albero, il sapore per noi italiani è sicuramente quello del panettone. La caratteristica principale del dolce natalizio per eccellenza è la sua pasta ben lievitata e soffice: il merito va ai lieviti, che possono essere chimici, come il difosfato disodico (E450), il carbonato acido di sodio, il bicarbonato di sodio o di ammonio (E503), oppure naturali, come la pasta madre, che è un impasto di farina e acqua in cui lieviti come saccaromiceti e e altri batteri “buoni” si riproducono alimentandosi con gli zuccheri della farina.
La scelta della farina è fondamentale: per supportare adeguatamente la lievitazione è necessario ricorrere a farine forti, molto ricche di glutine. Perché il panettone riesca bene, inoltre, sono importanti la quantità di acqua, che non deve essere eccessiva, e la temperatura e il pH dell’impasto, che hanno conseguenze sulla quantità e sulla qualità dei batteri che contribuisono alla lievitazione.
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