Si può dire che l’industria tessile sia antica quanto l’uomo: fin dalla preistoria la necessità di ripararsi dal freddo spinse gli uomini primitivi a coprirsi non solo con pelli prese dagli animali, ma anche con tessuti ricavati dal pelo delle pecore e da vegetali come il lino. Nel corso del tempo sono stati scoperti e inventati nuovi materiali e nuove tecniche, ma il sistema non cambia: a partire dalla materia prima (vegetale, animale o sintetica) si produce un filo che viene sottoposto alla tessitura e poi al finissaggio.

Dal telaio rudimentale già utilizzato dai nostri progenitori l’industria tessile antica è passata poi ai telai per la produzione su larga scala, diffusi ben prima che la rivoluzione industriale, alla fine del 1700, desse nuovo impulso al settore con l’introduzione della “spoletta volante”.

L’industria tessile, legata alla moda, è storicamente molto importante in Italia con distretti d’eccellenza come quello della lana pregiata a Biella o quello della seta nella zona di Como, dove Ludovico Sforza promosse l’allevamento dei bachi da seta già nel XVI secolo. Anche se ormai da diversi anni si fa sentire la forte concorrenza dei paesi emergenti, prima fra tutti la Cina, dove i costi della manodopera sono bassissimi, l’Italia può contare su di una tradizione d’eccellenza.
La qualità dei filati e dei tessuti italiani deriva da una cura del prodotto in tutte le sue fasi, dalla filatura alla tessitura, garantita anche dall’utilizzo di macchine tessili sviluppate sulla base di una profonda conoscenza del settore.

Industria tessile Italiana al quarto posto per le macchine tessili

Oggi l’Italia è il quarto produttore mondiale di macchine tessili e l’84% dei macchinari realizzati (pari a un totale di 2,3 miliardi di euro) viene esportato in ben 130 paesi, in particolar modo in Asia, dove finisce il 44% della produzione italiana. Nella realizzazione dei tessuti vengono utilizzati diversi macchinari: ci sono macchine per la preparazione alla filatura e per filatura; macchine per torcitura, roccatura, aspatura; macchine per la preparazione alla tessitura e per tessitura; macchine per maglieria e per calzetteria; macchine per tintoria, stampa e finissaggio; macchine per la manutenzione del tessile.

Sviluppate a stretto contatto con l’industria tessile italiana, queste macchine coniugano un alto livello di innovazione tecnologica con affidabilità e semplicità di utilizzo. La nuova sfida alle macchine tessili è quella di saper lavorare anche i nuovi filati, nati spesso ad uso degli sportivi e caratterizzati da fibre particolari, in grado per esempio di essere allo stesso tempo traspiranti e impermeabili, oppure molto calde, ma leggerissime. Anche in questo, le macchine tessili italiane sono al passo con le necessità del settore e possono gestire le fibre più tradizionali così come le più innovative.
(fonte ACIMIT Associazione Costruttori Italiani di Macchinario per l’Industria Tessile)