Un team di scienziati russi dell’Istituto di Chimica organica Zelinsky ha sviluppato una tecnica che permette di visualizzare i difetti presenti sulla superficie del grafene. Il supermateriale si presta ad applicazioni potenzialmente infinite e ha straordinarie proprietà, ma i difetti sulla sua superficie, aumentando la reattività degli atomi di carbonio, cioè la loro capacità di creare legami chimici, possono diminuirne le prestazioni.
In condizioni normali i difetti presenti sulla superficie del grafene non sarebbero visibili neppure al microscopio; gli scienziati russi, però, sono riusciti a evidenziarli usando un metallo raro, il Palladio (Pd), che interagisce con i “centri di reattività di carbonio” che si trovano sul grafene, andando ad attaccarsi ai punti in cui la superficie presenta delle imperfezioni. Le particelle di Palladio agiscono come mezzi di contrasto e si ottiene una rappresentazione tridimensionale ad alta risoluzione che permette di visualizzare la reattività chimica con una risoluzione spaziale.
Dopo aver scoperto come individuare i difetti sulla superficie del grafene, bisogna sviluppare una tecnica che permetta di controllarli.
Un aspetto molto interessante è che i difetti potrebbero anche diventare delle opportunità: in alcuni casi, infatti, li si potrebbe sfruttare per aggiungere al materiale elementi e metalli. Inoltre, puntando sul fatto che alcuni difetti migrano sulla superficie del grafene, si potrebbero creare dei materiali con proprietà personalizzate.
C’è di più: secondo il team di scienziati che ha ideato il sistema di controllo, il fatto che il grafene accolga numerosi centri di reattività (oltre 2000 per ogni micrometro quadrato di superficie) dovrebbe spingere gli scienziati a ripensare le loro convinzioni sulle proprietà dei materiali di carbonio.
(Fonte: Science Daily)