Le tecnologie per realizzare indurimenti superficiali si pongono l’obiettivo di migliorare le proprietà tribologiche e la durezza che stanno alla base della resistenza a fatica e dell’usura di un materiale metallico.

I procedimenti adottati si differenziano per il principio fisico, chimico o meccanico e le caratteristiche tecniche del risultato finale – cioè lo spessore e l’uniformità del rivestimento, insieme al suo livello di durezza e resistenza – dipendono dai parametri di processo come ad esempio la temperatura, la pressione e il tempo.

Tra le tecniche di deposizione più conosciute e applicate vi sono i rivestimenti ceramici ottenuti via HVOF, una tecnologia di deposizione a spruzzo di polveri ceramiche, sparate ad elevatissima velocità (1000 m/sec) attraverso una fiamma ad alta temperatura (attorno ai 3000°C), i rivestimenti ceramici applicati ad alluminio mediante processi simili all’anodizzazione dura a spessore, i rivestimenti per la lubrificazione a secco a base di bisolfuro di tungsteno, utilizzati soprattutto per applicazioni sottovuoto, i rivestimenti polimerici a base PEEK, con spessori tra 75 e 1000 micron, in grado di garantire a substrati metallici o ceramici il raggiungimento di coefficienti d’attrito tra 0.15 e 0.3 e i rivestimenti autolubrificanti in nanocomposito che combinano trattamenti di finitura isotropica capace di ridurre al minimo i picchi di rugosità superficiale.

I trattamenti galvanici sono in grado di affiancarsi con successo alle trasformazioni superficiali sopra presentate? Un valido candidato per molte aziende della filiera della metalmeccanica circa la protezione alla corrosione, l’incremento della resistenza all’usura e la riduzione dell’attrito è il nichel chimico; garantisce un’uniformità di spessore calibrata, elimina l’effetto punta, elimina il processo di rettifica dopo il trattamento superficiale esaltando durezza, resistenza all’usura e diminuzione del coefficiente di attrito. I trattamenti superficiali, come la galvanica, giocano un ruolo fondamentale per il raggiungimento di criteri di funzionalità richieste dall’industria metalmeccanica a patto che le tonnellate di reflui tossici delle raffinerie di nichel non devastino l’eco sistema come è capitato al parco marino della grande barriera corallina australiana.