Esistono due versioni sull’origine del titanio che fu individuato quasi contemporaneamente in Inghilterra e in Germania poco più di due secoli fa. Secondo alcuni il chimico tedesco Martin H. Klaproth, che scelse il nome, si ispirò al racconto di Esiodo dove i “Titani”, sei figli di Urano e di Gea, ingaggiarono la lotta con Giove per la conquista dell’Olimpo e, sconfitti, furono precipitati nel Tartaro.
Secondo altri, si ispirò invece a “Titania”, la moglie di Oberon, il re degli Elfi nella mitologia nordica. Attorno alla fine del 1700 in Cornovaglia il parroco William Gregor, chimico dilettante proveniente da Cambridge, esaminando la sabbia del locale fiume Herford, vi individuò un elemento fino ad allora sconosciuto e che oggi sappiamo essere ilmenite, un ossido di ferro e titanio. Poco più tardi Klaproth invece isolò una sostanza sempre ignota oggi nota con il nome di rutilo. Egli dimostrò che l’ilmenite di Gregor e il suo rutilo erano minerali di uno stesso metallo che fu chiamato titanio.
Il titanio ai giorni nostri appare come un metallo insostituibile e dalle infinite applicazioni industriali: aeronautica, petrolchimico, energetico, architettonico, restauro, sportivo, nautico, automobilistico, biomedicale sono solo alcuni dei settori merceologici che lo impiegano come materiale di punta. Ma i settori industriali poc’anzi citati lo preferiscono con la sua colorazione neutra o ne sfruttano le attitudini superficiali per colorarlo? Solo due metalli in natura sono colorati: oro e rame. Tutti gli altri, compreso il titanio, si presentano con tonalità più o meno chiare che vanno dal grigio al bianco.
La presenza del colore nei metalli è dunque un fenomeno raro. Spesso, tuttavia, le loro superfici appaiono colorate. A volte ciò si verifica perché, reagendo con atmosfere e/o liquidi aggressivi, si ricoprono di film di prodotti di corrosione e ne assumono il colore. Altre volte lo strato superficiale è trasparente e il colore è dovuto al fenomeno dell’interferenza con la luce. L’anodizzazione del titanio è un importante trattamento che attraverso tecniche elettrochimiche di accrescimento dell’ossido superficiale ne fa aumentare lo spessore e di conseguenza il cambio del colore.
È importante sottolineare che le proprietà del titanio di resistenza alla corrosione, biocompatibilità e atossicità sono esaltate dalla presenza di un film di ossido che è solo accresciuto rispetto a quello che si forma spontaneamente all’aria. Forse i colori delle bolle di sapone e gli anelli di Newton intorno al punto di contatto di due vetri hanno ispirato la moderna anodizzazione del titanio.
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